Perché restaurare dipinti murali non è “dare una rinfrescata”

    Alt="restauro pareti e soffitto"Palazzo Bontadosi, Montefalco (Pg), restauro delle pareti e del soffitto

Ogni volta che un restauratore (o decoratore) si sente dire: “Basta giusto una rinfrescatina”, nel profondo degli abissi si risveglia un serial killer.

È con questa frase “colorita” che apro il mio articolo, per sottolineare che Il restauro dei dipinti murali non è un’operazione semplice né rapida. Restaurare un dipinto murale non comporta solo dare un po’ di colore qua e là come alcuni credono. È un’attività  composita volta al recupero, al ripristino e alla conservazione dell’opera d’arte, nel rispetto della sua artisticità e della sua storia. Alla base ci sono un’attenta analisi preventiva e diverse fasi di esecuzione mirate.

Innanzitutto va detto che con il termine dipinto murale s’intendono tutte quelle opere d’arte che, anche se eseguite con differenti tecniche pittoriche, sono realizzate su supporto murario. Il restauro di queste opere viene sempre compiuto sul posto, a meno che non sia stato necessario effettuare uno stacco o uno strappo dal supporto originario.

INDAGINI PRELIMINARI

Particolare di un dipinto murale a tempera

Prima di procedere con un intervento di restauro è fondamentale conoscere l’opera d’arte su cui si andrà a intervenire.  Per questo la prima fase da effettuare di fronte ad un dipinto murale, è un’adeguata indagine preliminare. Questa serve per valutarne le caratteristiche, analizzare le cause di degrado e sviluppare un’analisi diagnostica sullo stato di conservazione.

Uno degli studi preliminari che va eseguito sull’opera d’arte è l’indagine storica, che mira a reperire documenti scritti, grafici o fotografici così da ottenere informazioni sulle origini del dipinto e, se ci sono, su precedenti interventi di restauro.

Parallelamente si sviluppa un’indagine a vista, per valutare lo stato di degrado dei dipinti. Vengono analizzati i materiali costitutivi, la tecnica di esecuzione e lo stato di conservazione, osservando le zone alterate. Inoltre si compiono anche saggi stratigrafici e prove di pulitura del dipinto. Ciò serve per analizzare le condizioni della superficie pittorica e verificare se ci sono delle sovrammissioni.

Se necessario, si può approfondire l’analisi tecnica mediante indagini chimico-fisiche, eseguite effettuando un prelievo di piccoli campioni del dipinto, da far analizzare in laboratorio.

A questo punto si può cominciare a intervenire praticamente sul dipinto.

OPERAZIONI PRELIMINARI DI MESSA IN SICUREZZA

Se il dipinto verte in condizioni particolarmente difficili soprattutto a livello strutturale, si procede con le operazioni preliminari di messa in sicurezza delle parti distaccate, attraverso la velinatura di protezione e il preconsolidamento.

La velinatura viene eseguita facendo aderire sulla superficie pittorica, delle speciali carte non soggette a contrazione e ad alto grado di assorbimento. Questa impedisce che parte del film pittorico possa distaccarsi e perdersi nel corso delle successive operazioni.

Il preconsolidamento serve a dare stabilità provvisoria a superfici decoese, sulle quali sono richiesti interventi e trattamenti successivi.

Una volta rimossa la velina di protezione dalla pellicola pittorica, oppure, se la superficie non necessita di operazioni preliminari di messa in sicurezza, segue la fase di pulitura.

 PULITURA

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Tassello di prova di pulitura

Per pulitura di un dipinto, s’intende l’operazione che prevede la rimozione preventiva, ove possibile, di depositi superficiali incoerenti (sporco superficiale depositatosi nel tempo sulla superficie, macchie, vernici protettive, schizzi…) che impediscono o limitano fortemente la corretta lettura dell’opera. In questa fase s’include anche il descialbo, cioè la rimozione degli strati di tinta che hanno coperto l’opera nel passato. Il descialbo si effettua per lo più meccanicamente con bisturi, o in alcuni casi, con soluzioni acquose.

La pulitura è una fase molto particolare e delicata perché un volta effettuata non si può tornare indietro: per questo motivo, intorno alle scelte legate ad interventi di pulitura, sono spesso sorte aspre controversie (come per gli affreschi della Cappella  Sistina). Questo perché ci sono differenti scuole di pensiero, alcune delle quali ritengono si debba eseguire una pulitura che rispetti anche la patina formatasi nel tempo.

In definitiva occorre affermare che per l’intervento di pulitura non esistono norme precise cui attenersi ma va valutato caso per caso.

 CONSOLIDAMENTO

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Consolidamento mediante microiniezioni

All’ operazione di pulitura, di solito segue, del consolidamento, che si effettua per riconferire coesione al materiale della struttura alterata, in seguito a processi di degrado.

I distacchi possono verificarsi tra il supporto murario e la parte dipinta, o tra gli strati preparatori, e vengono sanati mediante l’esecuzione di microiniezioni localizzate di un consolidante, scelto in base alla compatibilità con i materiali costitutivi della struttura muraria.

 STUCCATURA

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Stuccatura

A questo punto si procede con la stuccatura di lacune, mancanze e fessurazioni e al rifacimento di porzioni d’intonaco cadute, con lo scopo di riportare la superficie pittorica a livello. Anche questa operazione viene effettuata scegliendo materiali idonei che rispettino il più possibile i materiali costitutivi originali.

REINTEGRAZIONE PITTORICA

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Reintegrazione pittorica

Dopo la stuccatura, generalmente segue la fase della reintegrazione pittorica. 

Questa operazione ha lo scopo di favorire un’adeguata lettura dell’opera d’arte mediante il collegamento cromatico, laddove sono presenti lacune o abrasioni della pellicola pittorica.

Si compie con metodologie e tecniche differenti secondo le opportune valutazioni ma sempre nel rispetto di uno dei postulati fondamentali del restauro, cioè la reversibilità dell’operazione.

PROTEZIONE FINALE

In alcuni casi, dopo la reintegrazione pittorica si effettua anche una protezione finale che si esegue con prodotti testati preliminarmente. La protezione finale ha la funzione di proteggere la pellicola pittorica e riequilibrare cromaticamente l’effetto visivo d’insieme.

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Palazzo Ducale di Giove (Tr), restauro dei dipinti murali

In conclusione, mi sento di affermare che il restauro dei dipinti murali è un mondo affascinante che comporta attenzione ma soprattutto amore e rispetto per l’arte e per la storia.

Se vuoi vedere altri interventi di restauro a cui ho partecipato, clicca qui.